"La scultura, considerata da
sempre l'arte più consona a diffondere
incorruttibili valori ideali e metaforici, non può
non esprimere una dimensione individuale e cosmica
dei sussulti o dei pulpiti del sacro. E l'eterno
monito trascendente, aggrumato nella metamorfica e
anelante sofferenza della via crucis di
Luciano Samorè, indica che l'infinito dolore
stigmatizzato sul viso e sul corpo di Cristo serba
sempre una sorgiva soglia di quiete e di rinascita." (ENZO
DALL'ARA)